E-Cat: test riuscito. Ma rimangono ancora dubbi sulla fusione fredda | greenbiz.it

Può la fusione fredda rappresentare una valida alternativa al petrolio e diventare una nuova risposta alla domanda energetica sempre più crescente, insieme alle rinnovabili? E’ quello che si sta cercando di capire da quando sui media (soprattutto internet) è apparso l’E-Cat (Energy Catalyzer), la soluzione messa a punto da due italiani, Andrea Rossi e Sergio Foccardi. Si tratta, come vi avevamo spiegato, di un macchinario che attraverso una reazione esotermica tra nichel e idrogeno (oltre ad un ingrediente ancora segreto) produrrebbe calore e, quindi, energia.

Utilizziamo il condizionale perché, in realtà, ancora poco si sa di questa invenzione e molti dei test effettuati sono stati svolti davanti a pochi privilegiati che hanno potuto assistere. L’ultimo tra questi è stato quello del 28 ottobre, rigorosamente a porte chiuse, effettuato nei pressi di Bologna. Il test è stato fatto per un misterioso cliente straniero interessato ad investire sulla fusione fredda di Rossi e Focardi, e rappresentato dall’ingegner Domenico Fioravanti.

Ebbene, stando a quanto dichiarato da Daniele Passerini, unico blogger ammesso ad assistere, e dallo stesso Andrea Rossi, durante il test la macchina è riuscito a produrre in 5 ore di funzionamento 2,635 kWh per una potenza media di circa 470 kw, utilizzando pochi grammi di nichel e idrogeno. E questo nonostante un problema tecnico abbia costretto a far funzionare l’E-Cat a metà regime.

Ma proprio i presunti risultati positivi del test fanno continuare gli esperti ad indagare sui vari punti oscuri tra cui, ad esempio, il misterioso ingrediente ancora avvolto nel mistero. Lasciati fuori dalla sala del test (perché l’esclusiva era stata data all’Associated Press), ad esempio, i microfoni del Tg2 hanno registrato l’opinione del fisico nucleare del Cnr, Valerio Rossi Albertini, che si dice cauto circa questa nuova scoperta: “E’ presto per dire di crederci o no. In assenza di dati certi, uno scienziato non si può pronunciare. Sicuramente ci sono delle evidenze sperimentali in questi ultimi 20 anni, si stanno verificando dei fenomeni che sono classificati in maniera consueta come fusione fredda e che esulano un po’ dalle teorie ortodosse canoniche”.

Dall’altro lato, lo stesso inventore continua a nascondersi dietro il segreto industriale e fa trapelare pochissimo, ma si dice molto soddisfatto di queste prime prove che hanno portato ad una produzione di energia che inizia ad essere consistente. Effettivamente, conferma Rossi Albertini, “se fosse vero sarebbe la madre di tutte le rivoluzioni energetiche perchè avremmo energia a basso costo e con una disponibilità quasi illimitata”. Data l’esclusività dei test effettuati e la scarsità di informazioni, non possiamo che affidarci a chi ha assistito a questa sorta di “miracolo” e aspettare che vengano rese pubbliche le future dimostrazioni per capire se la fusione fredda rappresenti realmente il nostro futuro.

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